giovedì 10 giugno 2010

Al concerto nel pub 4 - Il rientro dopo la sigaretta. Abbigliamento

Reduce dalla sfummacchiata esterna, l'allegro gruppo capitanato dal Pogatore fa rientro nel locale. L'escursione termica è devastante, la sudorazione sa di fogna che fa pendant con l'odore di carbonella semibruciata dei giubbotti.
Il disgraziato è costretto a liberarsi degli strati in eccesso, ivi compreso l'inseparabile cappellino da rivoluzionario delle FARC.
E qui casca l'asino.
La capigliatura, da una situazione iniziale nera e compatta, sottoposta allo stress termico, rivela una tremenda chierica da frate francescano, il pogatore non sembra accorgersene e salta allegro incessantemente, vanitoso come una ballerina turca.
Convinto di essere vestito sobriamente, il pagliaccio non sa di essere affetto dalla cosiddetta sindrome di Steve Wonder.
Il famoso cantante cieco, è da decenni vittima di un colossale scherzo collettivo, organizzato dal diabolico manager dei tempi di "Master blaster", tale Chris Moon. Costui, invidioso ed infido come il colonnello Parker di Elvis, ordì un piano diabolico: far vestire il Wonder con i peggiori abiti del pianeta, colori stonati ed improponibili, e far credere allo stesso di essere un elegantone coi completi Armani, un modello per la moda.
Il tiro mancino si è spinto ormai a livelli indicibili, coinvolgendo tutto l'entourage del povero cantante di Superstition, che grasso, pelato e malvestito, quando chiede:-"Scusa Chris, come sto?"
"Benissimo Stefano! Sei elegante come Sean Connery, hai il fisico di Brad Pitt e SEI PURE BIANCO!"
Diavolo di un Chris Moon.
Torniamo a bomba sul nostro eroe, che è ignaro del triste destino del cantante afroamericano, e perciò lo copia nel vestire. Il ciuccio non accenna a diminuire i salti e le urla, incalzato dalla scaletta del concerto, che offre pezzi sempre più sincopati.
Ma cuoce un piatto molto amaro per il chierica, il malcontento comincia a serpeggiare...
...continua

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