domenica 12 settembre 2010

Il Sacrestano Tifoso cap. 4 - La festa patronale- Flauti di pan, il Cafone SpeedyPizza - Wafer Bovolone e Bagni chimici

bozza
Questa domenica è una domenica speciale.
Il sacrestano tifoso è caricato a mille, reduce dalla processione più importante dell'anno, quella della festa patronale, piena di luminarie sfavillanti e bancarelle cervellotiche.
Lui ha portato il sofisticato armamentario wireless che permette a tutti i fedeli di ascoltare la voce del parroco durante il lento procedere tra le ali di folla, anche se questa volta, l'audio non risultava perfetto, scatenando le ire del prelato.
La cosa che dava più fastidio a don Lorenzo era la musica a palla proveniente da una bancarella di finti peruviani.
Non ha tutti i torti il nostro uomo di chiesa, questi mascalzoni infatti propinano CD (nel 2010!) con musiche eseguite coi flauti di pan.
Quando ancora internet e l'adsl non erano diffuse, si usava ancora comprare CD, o, in alternativa, farseli masterizzare. Sembra un'assurdità, ma a quei tempi si vedeva girare in città una macchina invero oscena, tale da costringere il progettista giapponese all'harakiri.
Solo l'uomo coi peggiori gusti musicali di tutti i tempi, poteva viaggiare a bordo di quell'accozzaglia di lamiere su quattro ruote strette, tipo macchina di Nuvolari. L'impianto stereo era una merda, qualsiasi cosa si sentiva impastata e con il volume incontrollabile: o troppo basso, tale da distinguere solo la grancassa della batteria, o troppo alto, spaccatimpani e spaccamarroni.
Il supercafone eccolo qua, il suo nome Olderico Oldemagni, detto Derio, sedicente playboy, con un problema di eiaculazione precoce, per cui veniva spesso chiamato dagli amici, ma anche dai detrattori, col simpatico nick SpeedyPizza.
La caratteristica peggiore di questo troione, oltre al fatto che non si lavava mai, era quella di raccontare per filo e per segno, la sera al pub, le sue prestazioni amorose, che si svolgevano sempre con donne poco affascinanti, tanto per usare un eufemismo.
Si trattava in realtà di poverette talmente disperate, che speravano almeno di incastrare Derio, facendosi ingravidare di proposito, per poi convincere il pollo, con le buone o con le cattive, a sottostare al matrimonio riparatore.
Per quanto riguarda "le cattive", c'era un'apposito settore della criminalità organizzata, i cosiddetti "Testimoni di mazze", che bastonavano i disgraziati da far sposare con la principessa di turno.
SpeedyPizza si vantava spesso dei suoi gusti musicali, e la sua ultima mania erano i cd coi fottuti flauti di pan (che vengano bruciati per l'eternità).
Il cialtrone, aveva dilapidato una fortuna presso una bancarella della festa patronale, ma fatto ancor più grave, aveva comprato anche i cd masterizzati da un suo amico al quale ordinava compilations ad hoc! Si beava con tale minestrone musicale, illudendosi di sedurre giovani fanciulle con le colonne sonore del Re Leone, di Titanic, di Bodyguard. La meravigliosa voce di Witney Houston di "I Will Always Love You" sostitiuta da un monocorde suono dei tremendi pifferi andini (che vengano bruciati per l'eternità). Una vera vergogna, e lui, il cafonaccio, incurante di tale obbrobrio musicale scarrozzava la derelitta di turno, volume a palla, sigaretta MS accesa, cingomma, sputo libero dal finestrino, grattata delle parti intime e, dulcis in fundo, mitragliate puzzolenti dal deretano ad intervalli regolari, fatti con la faccia soddisfatta e/o innocente.
Un'altra epoca, l'mp3 ancora doveva arrivare....

Fine Primo Tempo

Intermezzo editoriale


Non per entrare nel merito dei gusti della gente, ma chi vi scrive si chiede da una vita, ed a maggior ragione adesso, che nessuno compra neanche i CD dei cantanti più famosi, chi cazzo compra i cd coi flauti di pan!
Perché mai, un essere sano di mente dovrebbe spendere 10 euro per ascoltare Margherita di Riccardo Cocciante suonata con una tastiera MIDI che imita lo stramaledetto flauto di pan?
Quale mente diabolica concepisce l'esecuzione del tema di Titanic da parte dei nativi delle Ande?


Secondo Tempo

Accanto ai "napoletan-peruviani", sorgeva un'altra delle attrazioni più assurde delle feste patronali: il tirassegno al wafer!
Trattasi veramente di un gioco per pazzi furiosi scappati dal manicomio navale, in quanto su una serie di scaffali di fronte alla postazione di tiro, vengono disposte le più ignobili porcherie in fatto di ciondoli che un essere umano abbia mai concepito. Si va dal cornetto rosso di plasticaccia al portachiavi a forma di teschio, dal minipeluche infestato dai pidocchi al ciondolo a soggetto kamasutra.
Ma l'oggetto più incredibile è lui: IL BOVOLONE! Il wafer monoporzione che, colpito dai proiettili di gomma del fucile ad aria compressa, non si scalfisce mai!
La commestibilità di tale prodotto è messa in serio dubbio, studi segretissimi dell'OMS hanno rivelato la presenza di ingredienti allucinogeni oltre alla malta per edilizia, ghiaia, sabbia e cartone.
Naturalmente tale attrazione viene presa d'assalto dai più noti professionisti della città, che fanno a gara, e spendono cifre iperboliche, per conquistare l'agognato wafer spaccadenti.
Proprio mentre passava don Lorenzo, uno di questi stimati cittadini si stava accanendo con una gragnuola di colpi verso i preziosi bersagli-premio.
Sarà stata la stanchezza fisica, l'oppressione della folla, il microfono wireless che gracchiava, fatto sta che il parroco, vedendo quel pagliaccione col fucile ad aria compressa completamente disinteressato alla religiosità del momento, non ci ha visto più.
Lanciato il microfono verso il sacrestano, che novello Freddie Mercury, lo ha afferrato al volo con una piroetta aerea, si è avventato verso il fuciliere del bengala urlandogli parole di scomunica. Una volta disarmatolo dall'arma ad aria compressa gli ha intimato: «mani in alto!».
Il poveraccio non se l'aspettava, e colto di sorpresa ha girato i tacchi per confondersi tra la folla allibita. Ma ormai si era passato il limite, ed in spregio alle buone regole dei duelli, senza alcuna remora, don Lorenzo ha cominciato a sparare alla schiena del fuggiasco, che lamentandosi urlacchiava: «AHIAHI, ahi che dolore, mi ha sparato! Poteva uccidermi! Aiuto, aiuto, salvatemi da questo prete assassino!».
Il danno fatto dai pallini di gomma, naturalmente era risibile, ma il lestofante spaventatissimo si è messo a correre travolgendo una bancarella di finti napoletani (ironia della sorte, stavolta veri peruviani, a differenza di quelli dei flauti di Pan) venditori di CD di cantanti neomelodici con in copertina il solo nome di battesimo (Fabrizio, Patrizio, Maurizio) su una foto col vestito della prima comunione, lo sguardo perso nel nulla assoluto.
Gli andini, furiosi, gli hanno prontamente mandato la temibilissima Maledizione di Montezuma, e mentre si rassettava, il buffonaccio avvertiva già le doglie, sembrava una gravida al decimo mese, con gli occhi iniettati di sangue che pietosi e disperati cercavano un bagno. Questo disgraziato si trovava a combattere tra il dolore alla schiena, dovuto alla sparatoria al tirassegno, e i terribili crampi intestinali, gentile omaggio non solo del malocchio, ma soprattutto della terribile mistura di cibarie da festa, che questo ignobile rottame aveva ingurgitato.
Non si era lasciato scappare nessun chiosco di cibo: anacardi, noccioline, arachidi, copeta, (blocco granitico di mandorle caramellate, gioia di tutti i dentisti in cerca di clienti) torrone di marmo, panino con salsiccia calabrese alle 7 salse segrete, zucchero filato per rifarsi la bocca, granita multicolore al ducotone, panzerotto fritto nel paraflù Fiat, ripieno di magma vulcanico alla mozzarella, crêpe alla nutella e Grand Marnier, frittura mista (stavolta con olio Mobil) con polpo e calamari giganti. Il tutto ingollando 2 birre Dreher grandi, che avevano formato nel suo stomaco una pressione di 2,2 bar, la stessa dei pneumatici anteriori della sua automobile!
Per una volta sembrava che la fortuna arridesse al meschino, infatti il sindaco aveva disposto la presenza di bagni chimici nei luoghi della festa, e proprio a pochi metri, come un miraggio, gli apparve la salvezza. Purtroppo era OCCUPATO!
Un'intera famiglia di ambulanti di origine orientale circondava il totem colorato, al cui interno faceva i suoi comodi tale PinYin PinYin, venditore di pistole per fare le bolle di sapone, che accortosi del clamore che veniva dall'esterno si mise di traverso per non fare aprire la porta del WC. Il poveraccio all'esterno era quasi cianotico e cominciava ad avere perdite preoccupanti dall'impianto di scarico, mentre disperatamente bussava urlando «Pietà! Aprite, sto male, mi hanno sparato, ho la diarrea del viaggiatore, (nuova ironia della sorte, costui non aveva mai oltrepassato i confini provinciali) sono disposto a pagare!».
PinYin PinYin fiutando l'affare sparò: «500 eulo, glazie!».
«Si, si, accetto, faccio un assegno!» replicò il filibustiere, ormai allo stremo.
PinYin PinYin: «Non mi fido, contanti o carta di credito».
Il malcapitato riuscì miracolosamente a fare passare la carta magnetica attraverso un pertugio, e dall'esterno si udì un rumore di modem-fax, con emissione di scontrino.
Applauso scrosciante da parte di tutti i colleghi dell'ambulante, che uscì esultando facendo il gesto V di vittoria.
Finalmente il moderno vespasiano offriva tutta la sua funzionalità al disperato partoriente, e qui viene coscenziosamente risparmiata la descrizione degli attimi successivi.
Si erano aperte le porte dell'inferno.
Purtroppo, cuoceva un piatto ancora più amaro, il racconto "Alle strette" (A Very Tight Place)* di Sthepen King si stava trasformando nella dura realtà...


*Nell'utilizzare le toilette prefabbricate, King ha sempre pensato al racconto Sepolto vivo di Edgar Allan Poe e all'orribile possibilità di rimanervi bloccato dentro, senza poter chiedere l'aiuto di nessuno. Ha scritto questo racconto per condividere con il Fedele Lettore questa sgradevole paura, trovando anche un certo infantile divertimento nel farlo e provocando persino in se stesso un po' di disgusto. cit. Wikipedia

continua...

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