venerdì 30 luglio 2010

Il Sacrestano Tifoso cap. 3 - La domenica

Per il sacrestano Temistocle Cimbolani la domenica è un giorno sacro.
Non si tratta però della funzione religiosa, bensì della partita di calcio presso lo stadio cittadino fatiscente. La preparazione è paragonabile a quella degli astronauti prima del lancio nello spazio, in special modo in inverno, quando assistere alla partita significa sfidare il pack artico.
Consigliati: indumenti in kevlar, razzi segnalatori, gps in caso di tormenta, cane da slitta, pemmican (il famigerato cibo d'emergenza del comandante Nobile).

Non per il "Sacrista", che per scaramanzia non si separa mai dal suo pluridecennale tabarro modificato. Una sarta della Stasi, i servizi segreti della Germania Est, aveva predisposto degli scomparti segreti, riempiti dal macchiavellico lestofante con svariati oggetti: dall'amuleto portafortuna, al sale da spargere contro la scalogna, dalle caramelle da offrire in segno dei disprezzo ai panchinari avversari, al cordiale delle Forze Armate, iperalcoolico veleno bruciabudella, bandito dalla Convenzione di Ginevra.
Lui non ha mai pagato allo stadio, laureato portoghese ad honorem, ma le nuove norme antiviolenza lo hanno costretto a munirsi di un abbonamento, omaggio per le autorità.
Si tratta di una tessera speciale riservata agli alti prelati, che hanno di meglio da fare che vedersi quattro scalzacani inetti giocare a pallone in una serie dilettantesca.
Per questo motivo, tali tessere, vengono devolute ai bisognosi (raramente) oppure agli approfittatori miserabili (spesso).
Temistocle, ad ogni modo, pur avendo un posto a sedere in tribuna, segue la partita esattamente alle spalle della panchina riservata alla squadra ospite, e la sua missione è una sola: cacare il cazzo all'allenatore ed alle riserve.